giovedì 29 agosto 2013

Bruce Lipton . Il progetto del genoma umano (Approfondimento del post di Suzanne Lie "TRASMUTAZIONE DELLA FORMA")

Postato su www.suzanneliephd.blogspot.com il 27.08.2013 (traduzione mia)

Uno Scherzo Cosmico che ha fatto Morir dal Ridere gli Scienziati 
C'è una "cosa" che io chiamo "Umorismo dell'Universo" , altri potrebbero chiamarlo Scherzo Cosmico. Abbiamo avuto dei momenti nella vita in cui abbiamo saputo esattamente come sarebbe andato a finire un certo evento. Ne eravamo così convinti di "sapere" quello che sarebbe successo, che avremmo potuto scommetterci di tutto. E' in simili momenti che l'Universo ci sorprende e decide di virare a sinistra, anziché andare a destra. Mentre nella maggior parte dei casi, un tale risvolto degli eventi può provocare rabbia e delusione, io di solito reagisco scuotendo la testa con profondo rispetto verso la natura perversa dell'Umorismo dell'Universo. Quando pensavo di sapere esattamente come le cose sarebbero andate e poi gli eventi mi hanno sorpreso, io ho perso la supponenza. Mi dico che devo ripensare e riconsiderare le credenze a cui mi sono attenuto e che mi hanno portato ad una conclusione sbagliata. 
Quando l'Umorismo dell'Universo colpisce un individuo, riconoscere che c'è stata una notevole mancanza di consapevolezza può provocare un profondo cambiamento nella vita. A livello individuale, ognuno deve riconsiderare le proprie credenze per accordarle alle sorprendenti conclusioni.
Il corso della storia umana si è alterato radicalmente quando l'Umorismo dell'Universo ha minato una "credenza fondamentale" che fa parte del tessuto dell'intera società. Considerate quanto sia cambiato il corso della storia umana quando la circumnavigazione del globo ha messo a repentaglio la credenza che la terra fosse piatta. Nel 1893, il rettore della facoltà di fisica all'Università di Harvard mise sull'attenti gli studenti informandoli che non c'era più bisogno di ulteriori lauree nel campo della fisica. Sostenne che la scienza aveva stabilito il fatto che l'universo era una fabbrica di materia formata da atomi fisici indivisibili che obbedivano solo alle leggi della Meccanica Newtoniana. Poiché tutte le leggi descrittive erano "note", il futuro della fisica sarebbe stato relegato a fare misurazioni sempre più microscopiche. 
Due anni dopo, il concetto Newton di un universo di sola materia fu spodestato dalla scoperta delle particelle subatomiche, dei raggi X e della radioattività. Entro dieci anni, i fisici dovettero mettere da parte la credenza fondamentale in un universo materiale perché fu riconosciuto che l'universo in realtà era fatto di energia, la cui meccanica obbediva alle leggi della Fisica Quantica. Quel pezzettino di Umorismo Universale alterò profondamente il corso della civiltà, portandoci dai motori a vapore alle navi spaziali, dai telegrafi ai computer.
Ora il burlone cosmico ha colpito ancora!             
Come è successo a volte nel passato, questa espressione di Umorismo dell'Universo capovolge una credenza fondamentale della scienza convenzionale. Lo scherzo è incarnato dai risultati del Progetto sul Genoma Umano. In tutta la gloria per aver sequenziato il codice genetico umano ed accecati dalla brillante prodezza tecnologica, non ci siamo focalizzati sul reale "significato" dei risultati. Una delle credenze più importanti e fondamentali della biologia convenzionale è che i tratti ed il carattere degli organismi sono "controllati" dai geni. Questa credenza è supportata dal concetto della determinazione genetica, il dogma convenzionale fornito da qualsiasi libro di testo e corso di biologia. Come possono i geni "controllare" la vita? Ciò si basa sul concetto che i geni si auto-producono, il che significa che sono in grado di "spegnersi ed accendersi". Esisterebbero geni auto-producenti per programmi simili ad un computer che controllano le strutture e le funzioni di un organismo. Allo stesso modo, credere alla determinazione genetica implica che la "complessità" (statura evolutiva) di un organismo sarebbe proporzionata al numero di geni posseduti.
Prima che iniziasse il Progetto sul Genoma Umano, gli scienziati avevano stimato che la complessità umana avesse bisogno un genoma in eccesso di 100.000 geni. I geni sono principalmente matrici che codificano la struttura chimica delle proteine, le "parti" molecolari che formano la cellula. Si pensava che ci fosse un gene da codificare per ognuna delle 70.000 fino a 90.000 proteine che formano il nostro corpo. Oltre ai geni per la decodifica delle proteine, la cellula contiene geni che determinano il carattere di un organismo "controllando" l'attività di altri geni. I geni che "programmano" l'espressione di altri geni sono chiamati geni regolatori. Questi codificano le informazioni sugli schemi fisici complessi che forniscono le anatomie precise, che rappresentano le strutture che caratterizzano ogni tipo di cellula (un muscolo rispetto ad un osso) od organismo (una scimmia rispetto ad un umano). Oltre a ciò, un sottogruppo di geni regolatori è associato al "controllo" degli schemi specifici comportamentali. I geni regolatori orchestrano l'attività di un grande numero di geni, la cui azione collettiva contribuisce all'espressione di quei tratti, quali la consapevolezza, le emozioni e l'intelligenza. E' stato stimato che nel genoma umano ci fossero più di 30.000 geni regolatori.
Considerando il numero minimo di geni necessari a fare un umano: inizieremmo con un numero base di oltre 70.000 geni, uno per ognuna delle oltre 70.000 proteine scoperte nell'uomo. Poi includiamo il numero dei geni regolatori necessari a fornire la complessità di schemi espressi nella nostra anatomia, fisiologia e comportamento. Arrotondiamo il numero di geni umani ad una cifra tonda totale di 100.000, includendo un numero minimo di 30.000 geni regolatori.
Pronti per lo Scherzo Cosmico? I risultati del progetto sul Genoma rivelano che ci sono solo circa 34.000 geni nel genoma umano. Due terzi dei geni previsti non esistono! Come possiamo spiegarci la complessità di un umano controllato dai geni, quando non ci sono neanche abbastanza geni per codificare solo le proteine?
Ancor più umiliante per il dogma della determinazione genetica è il fatto che non c'è molta differenza tra il numero totale dei geni scoperto in un uomo rispetto a quello scoperto negli organismi primitivi che popolano il pianeta. Di recente, i biologi hanno completato la mappatura del genoma di due tra i modelli animali più studiati nella ricerca genetica, la mosca da frutta ed un microscopico nomatode (Caernorhabditis elegans).
Il verme Caernorhabditis primitivo è un modello perfetto per studiare il ruolo dei geni nello sviluppo e nel comportamento. Questo organismo primitivo con un rapido tasso di crescita e di riproduzione ha un corpo con uno schema preciso formato esattamente da 969 cellule, un cervello semplice di circa 302 cellule ordinate, ed esprime un repertorio unico di comportamenti, e cosa più importante, va benissimo per la sperimentazione genetica. Il genoma del Caenorhabditis è formato da oltre 18.000 geni. Il corpo umano con oltre 50 trilioni di cellule ha un genoma con solo 15.000 geni in più del piccolo verme invertebrato. Ovviamente, la complessità degli organismi non è riflessa nella complessità dei suoi geni. Per esempio, è stato definito di recente che il genoma della mosca da frutta è composto da 13.000 geni. L'occhio della mosca da frutta è formato da più cellule di quelle riscontrate nell'intero verme Caenorhabditis. Decisamente più complessa nella struttura e nel comportamento rispetto al microscopico verme, la mosca della frutta ha 5.000 geni in meno! 
Il Progetto sul Genoma Umano è stato uno sforzo globale dedicato alla decifrazione del codice genetico umano. Si era pensato che la matrice umana completa avrebbe fornito alla scienza tutte le informazioni necessarie per "curare" tutte le malattie dell'uomo. Si pensò poi che se gli scienziati fossero stati consapevoli del meccanismo del codice genetico umano, essi avrebbero potuto creare un Mozart od un altro Einstein.
Il "fallimento" dei risultati del genoma rispetto alle nostre aspettative rivela che quanto ci aspettavano sul funzionamento della biologia è chiaramente basato su assunzioni o informazioni sbagliate. La nostra "credenza" rispetto al concetto di determinismo genetico è fondamentalmente ... difettosa! Non possiamo veramente attribuire il carattere delle nostre vite alla "programmazione" genetica. I risultati del genoma ci obbliga a riconsiderare la domanda: "Da dove deriviamo la nostra complessità biologica?"
In un commento ai sorprendenti risultati dello studio del Genoma Umano, David Baltimore, uno dei genetisti più importanti al mondo e vincitore del premio Nobel, ha indicato quanto segue rispetto alla complessità: "Ma a meno che il genoma umano contenga molti geni invisibili ai nostri computer, è chiaro che la nostra indiscussa complessità rispetto ai vermi ed alle piante non è dovuta ad una maggiore quantità di geni. Capire cosa ci dia la nostra complessità - l'enorme repertorio comportamentale, la capacità di produrre azioni consapevoli, una notevole coordinazione fisica, alterazioni consone alle variazioni esterne dell'ambiente, apprendimento, memoria ... devo andare avanti? - rimane una sfida per il futuro." (Nature 409:816, 2001)
Gli scienziati hanno continuamente affermato che il destino biologico è scritto nei geni. Alla faccia di questa credenza, l'Universo ci solletica con uno scherzo cosmico: il "controllo" della vita non è nei geni. Naturalmente, la conseguenza più interessante dei risultati del progetto è che ora dobbiamo affrontare quella "sfida per il futuro" a cui alludeva Baltimore. Cosa "controlla" la nostra biologia, se non lo fanno i geni?
Negli ultimi anni, la scienza e l'enfasi data dalla stampa al "potere" dei geni ha messo in ombra il brillante lavoro di molti biologi, che rivela chiavi di comprensione radicalmente diverse sull'espressione di un organismo. La scienza cellulare sta arrivando al riconoscimento che l'ambiente, e più specificamente, la nostra percezione dell'ambiente, controlla in modo diretto il comportamento e l'attività dei geni. 
Di recente sono stati identificati i meccanismi molecolari con cui gli animali, dalle singole cellule agli umani, rispondono agli stimoli ambientali ed attivano risposte fisiologiche e comportamentali appropriate. Le cellule utilizzano questi meccanismi per "adattare" in modo dinamico la propria struttura e funzione alle richieste dell'ambiente in costante mutazione. Il processo di adattamento è mediato dalla membrana cellulare (la pelle della cellula), che ha la stessa funzione di un "cervello". Le membrane cellulari riconoscono i "segnali" ambientali grazie all'attività dei recettori. Questi ultimi riconoscono sia i segnali fisici (per es. quelli chimici, gli ioni) che energetici (per es. quelli elettromagnetici, le grandezze scalari).
I segnali ambientali "attivano" i recettori, facendoli legare con gli effettori complementari. Gli effettori sono "interruttori" che controllano il comportamento della cellula. I recettori ed effettori danno alla cellula una consapevolezza attraverso le sensazioni fisiche. La definizione precisa è che questi complessi proteici della membrana rappresentano delle unità molecolari di percezione. Le molecole di percezione della membrana controllano anche la trascrizione genetica (l'accendersi e lo spegnersi del programma genetico) e sono state recentemente collegate alle mutazioni d'adattamento (alterazioni genetiche che riscrivono il codice del DNA in risposta allo stress). La membrana cellulare è un omologo (equivalente) strutturale e funzionale del chip di un computer, mentre il nucleo rappresenta un hard-disk di lettura/scrittura caricato con i programmi genetici. L'evoluzione di un organismo, che si riscontra con l'aumento del numero di unità di percezione della membrana, si potrebbe modellare usando i frattali. Gli schemi frattali ripetuti attivano un riferimento incrociato di struttura e funzione tra tre livelli di organizzazione biologica: la cellula, l'organismo multicellulare e l'evoluzione della società. Con la matematica frattale noi riusciamo a comprendere profondamente il passato ed il futuro dell'evoluzione. L'ambiente, con l'atto di percezione, controlla il comportamento, l'attività genetica ed anche la riscrittura del codice genetico. Le cellule "apprendono" (evolvono) creando nuove proteine di percezione in risposta alle nuove esperienze ambientali. Le percezioni "apprese", specialmente quelle derivanti da esperienze indirette (per es. l'educazione genitoriale, del gruppo ed accademica) potrebbero essere basate su informazioni sbagliate o interpretazioni scorrette. Poiché le percezioni potrebbero essere o meno "vere", esse sono in realtà credenze! La nuova conoscenza scientifica sta tornando all'antica consapevolezza del potere della credenza. Le credenze sono veramente potenti ... siano esse vere o false. Noi abbiamo sempre sentito parlare del "potere del pensiero positivo", ma il problema è che anche il pensiero negativo è altrettanto potente, solo che va nella direzione opposta. I problemi di salute o che sviluppiamo nel corso dell'esistenza sono generalmente collegati alle "percezioni sbagliate" acquisite durante le esperienze di apprendimento. La parte bella della storia è che le percezioni possono essere apprese una seconda volta! Possiamo dare nuova forma alla nostra vita riaddestrando la coscienza. Questo è un riflesso della saggezza senza tempo che è arrivata fino a noi e che ora viene riconosciuta nella biologia cellulare.
La comprensione dei meccanismi di controllo della cellula descritti ora causeranno un cambiamento così profondo nelle credenze sulla biologia, come fece la rivoluzione quantica nella fisica. La forza del nuovo modello biologico emergente è ciò che unisce le filosofie alla base della medicina convenzionale, la medicina complementare e la guarigione spirituale.
 
 
 
 


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