lunedì 10 marzo 2014

LA GRANDE OPERA - LA MATTINA DOPO

Postato su www.suzanneliephd.blogspot.com il 26.02.2014 (traduzione mia)




PARLA JASON:
Dopo che l'Arturiano se ne andò da casa nostra, tutti e due ci buttammo sul divano. Cademmo immediatamente in un sonno/meditazione, perché non eravamo sicuri su quale realtà fossimo svegli. Come era possibile che un momento stessimo parlando con un essere di luce vorticante e l'attimo dopo ci trovassimo a sedere sul divano? Piano piano ci addormentammo veramente ed io feci un sogno molto significativo. 
Quando mi svegliai era già il giorno dopo. Quando mi ripresi da una notte di sonno sul divano a combattere con Sandy per avere un po' di coperta per scaldarmi, mi resi conto che mi ero perso un'importantissima riunione di lavoro.
Questo fu il modo in cui il mio meraviglioso sogno se ne andò dalla mia coscienza. Svegliai Sandy con delle scosse e cercai di incolparla per essermi addormentato. Dopo aver scaricato su di lei la mia rabbia, e averla fatta piangere e scappare in camera, mi resi conto di cosa avessi fatto.   
Come avevo potuto passare da un sogno talmente meraviglioso ad uno stato di coscienza così basso da incolpare la persona che amavo di più per qualcosa che avevo fatto io? Decisi di andare in cucina a preparare il tè preferito di Sandy e di portarglielo come un'offerta di pace. Fu allora che iniziai a ricordare il sogno.
Portai il tè in camera e lo porsi a Sandy con una scusa ed un'espressione molto mesta, che la fece sorridere ed accettare il tè. Mi sedetti vicino a lei sul letto mentre gustava il tè ed io cercavo di raccogliere le idee per raccontarle il sogno.
"OK," disse Sandy dopo aver lasciato a soffrire per qualche minuto, "ti perdono per lo scatto e sono pronta ad ascoltare quello che hai da dirmi."
“Sai che voglio raccontarti qualcosa?” chiesi io.
"Noi ora viviamo come una sola persona. Non credo di avere tanti segreti," disse lei con un dolce sorriso. "Comincia pure tesoro. Se non avessi urlato tu, probabilmente lo avrei fatto io. Anche io ho perso un'importante riunione. Non capisco quello che ci è successo ma credo che in qualche modo fosse reale. Solo con te posso parlare di queste esperienze e sono sicurissima che anche tu ne puoi parlare solo con me."
Feci sì con la testa ed attesi finché Sandy mi batté un colpo sulla gamba e disse, "Vai pure. Grazie al tè che mi hai portato, sono pronta ad ascoltare."
"Mentre dormivamo sul divano," sbottai io prima di perdere i nervi, "ho sognato che stavo ascendendo. Verso le 3 mi sono svegliato all'improvviso e ho sentito dire nella testa, 'ho appena sognato l'ascensione', ma non mi ricordavo quale fosse la sensazione.
"Poi sono andato in bagno. Sono tornato sul divano con una coperta in più che ti ho messo addosso, cercando di ricordare ancora una volta la sensazione. Ma ero troppo distratto per ricordare il sogno perché il corpo era bollente, anche se la notte era fredda. Sembrava che il caldo venisse da dentro di me e non da fuori. Non so per quanto sono rimasto steso/seduto sul divano a sentire quel calore intenso dentro di me. Alla fine mi sono di nuovo addormentato. 
"Appena sveglio stamattina mi sono ricordato dei sogni, ma ancora non mi ricordavo della sensazione. Poi ho visto l'orologio e sono impazzito per aver perso il mio appuntamento, e mi sono completamente dimenticato il sogno. Quando mi sono calmato preparandoti il tè, ho iniziato a ricordare il sogno.
"Piano piano ho cominciato a vedermi su quella che sembrava una nuvola. Ero in piedi con le mani verso il basso ma lentamente mi stavo innalzando verso l'alto. Dopo pochissimo mi sentii trattenuto per i piedi e il movimento ascendente si fermò.
"Mi resi poi conto di avere qualcosa da lasciar andare. Non sapevo cosa fosse, né era importante saperlo. Quello che contava era poter continuare la mia ascensione. Quindi feci un respiro profondo e dissi a me stesso, 'Lascia andare!'
"Ritornai subito al mio lento ma costante movimento ascensionale. Ma non passò molto prima di avvertire di nuovo di essere trattenuto. Questa volta sapevo cosa fare. Feci un respiro profondo e dissi, 'Lascia andare.' Dovevo continuamente lasciar andare, senza sapere neanche mai cosa stavo lasciando andare. Sapevo solo che la mia ascensione era molto importante e che dovevo continuare. 
"Alla fine cominciai a salire più velocemente e la sensazione di essere trattenuto diminuì di molto. Fu allora che vidi qualcosa lontano sopra me. Controllando l'entusiasmo, continuai lentamente a fluttuare verticalmente verso l'ignoto.
"I pensieri mi attraversavano la mente. Quando decisi di ignorarli, iniziai a sentire l'euforia delle dimensioni superiori. La mia forma cominciò a vibrare, il cuore si aprì ed il Terzo Occhio si focalizzò su un oggetto indistinto sopra di me.
"Alla fine tutti i pensieri se ne andarono e le emozioni erano solo un senso di aspettativa e meraviglia. Non avvertivo più la sensazione di essere trattenuto ma il lasciar andare era costante. Vivevo in una specie di resa che era molto naturale. 
"Il corpo era diventato estremamente caldo quando notai una luce emanare da me. Fu allora che vidi una luce in alto, che assomigliava all'alba quando il cielo è fosco. Avvicinandomi alla luce, l'oggetto al di sopra di me divenne sempre più chiaro.
"Era un globo con un viso, ma non riuscivo a riconoscerlo perché la luce era troppo forte. Anche se il viso si avvicinava sempre più, non riuscivo ancora a riconoscerlo, pur iniziando a sentire amore incondizionato e grande gioia. Poi, mentre la mia coscienza assorbiva l'amore e la gioia, io iniziai a riconoscere il viso. Ero io, ma non il me quotidiano. Era il viso del mio SE'."
Quando finii di parlare mi resi conto di essere andato in trance. Tornando al sé fisico, vidi Sandy che mi guardava dritto nel cuore. Mise la tazza vuota sul tavolo vicino al letto e mi diede un grande e lungo abbraccio. Questo abbraccio mi piacque tanto quanto la faccia che avevo visto.
"Sandy piano piano mi lasciò andare e si appoggiò sul letto dicendo, "Mi dispiace di essere diventata così isterica quando tu ti sei arrabbiato. Credo che fosse solo perché rientravamo da un'esperienza bellissima di fusione con l'Arturiano ed avevamo appena fatto un sogno meraviglioso: eravamo troppo scioccati di essere 'tornati alla 3D'," disse Sandy con un sorriso di scuse.
"Anche tu hai sognato?" chiesi io.
"Sì," rispose lei pensosamente. "Ho sognato che stavo camminando in un parco ed incontravo della gente raccolta dietro un cespuglio. 'Guarda', dissero indicando il fogliame. Guardando attraverso il cespuglio vidi un Buddha dorato seduto su una panchina di legno. 
"Stavo pensando, 'Che bellissima statua', quando una luce si irradiò dalle mani del Buddha, lui girò la testa e mi guardò dritto negli occhi. Per un'infinità ci guardammo negli occhi. Mi sono svegliata con il ricordo di un Buddha dorato seduto su una panchina dorata.
"Poi, quando tu mi hai urlato contro, cadere da quella serenità alla tua voce arrabbiata mi ha fatto regredire allo stato di bambina piccola che corre dalla mamma per essere consolata. Ma ora sono io mia madre, quindi non c'era nessuno con cui potessi lamentarmi. Però, proprio quando stavo cominciando a scivolare in un profondo stato depressivo, mi ricordai di guardare attraverso il fogliame per vedere un Buddha dorato seduto su una panchina di legno.  
"Poi sei arrivato tu con il tè in mano e un'espressione di scusa sulla faccia, ed io ho sentito il Buddha dorato dire, 'Non importa CIO' che fai, ciò che importa è COME lo fai.'
"Non avrei dovuto incolparti per esserti arrabbiato. Ora mi rendo conto di quante delle mie 'amorevoli' intenzioni siano state inquinate dal vecchio paradigma del duro lavoro e dal bisogno di un premio e di un riconoscimento esterno. Non credo che sia stata una svista il fatto che entrambi abbiamo dormito durante delle riunioni di lavoro. Quel lavoro serve solo per sopravvivere, solo per denaro.
"Penso che una delle cose che l'Arturiano ci ha detto, che non potevamo comprendere finché non l'abbiamo sognata, era che 'il Buddha Dorato era felice sia stando seduto su una panchina di legno in un piccolo parco, sia quando stava seduto in un enorme tempio, adorato dalla gente.' Comprendo ora che il Buddha mi guardava direttamente, in modo che io potessi vedere me stessa più chiaramente."
"Sì," aggiunsi io, "ed io non riconoscevo il mio stesso viso perché la luce era troppo forte."
"L'Arturiano ci stava dicendo attraverso i sogni che abbiamo bisogno di ESSERE il SE' che abbiamo ricordato, piuttosto che il sé che siamo diventati quando siamo entrati nell'oblio," sussurrò Sandy. "Il mio sogno è venuto a ricordarmi che la panchina dorata era molto comoda, e che non mi sminuiva in alcun modo."
"Sì," aggiunsi, "Faccio quel che faccio perché voglio riconoscimento, oppure faccio quel che faccio perché SONO il mio SE'? Se scegliamo di porre l'attenzione su ciò che disturba la nostra pace, non possiamo più vedere il Viso del nostro SE'. E' allora che affondiamo nei drammi e nella dissonanza della vita 3D.
"Le energie che portano ad oggi sono state molto intense, veloci, confuse, distruttive e trasformative. Il vero SE' ci stava chiamando, invece l'ego ci strattonava per la manica."
Mi sedetti vicino a Sandy e la circondai con un braccio guardandola negli occhi. "Il nostro processo di ascensione è iniziato, e come tutti i processi, la parte più difficile è liberarsi dall'inerzia. Quindi, dobbiamo fare qualcosa di impegnativo ogni giorno."
Sandy sorrise dicendo, "Mio padre diceva sempre, 'Studia a lungo, studia male.' Diceva anche, 'Fai qualcosa, anche se è sbagliato.' Ciò che voleva dire con ciò, era che noi ci incastriamo facilmente nel cercare di fare sempre bene le cose. Va bene se commettiamo un errore, se alla fine ci riprendiamo."
"E' il nostro ego che vuole sempre fare bene," aggiunsi io attirandomi Sandy al petto, "ma la nostra Anima risuona oltre la polarità. Quindi non c'è bene né male. C'è solo azione. E' attraverso l'azione che possiamo imparare, ed impariamo procedendo.
"Stiamo creando la nostra ascensione! E la stiamo creando ORA! Non è solo CIO' che facciamo ma COME lo facciamo! Infatti, non è il cosa ma il come, che ci libera dall'ego e ci porta al centro del Flusso."
Sandy si scostò da me per guardarmi negli occhi, ed io vidi lacrime di gioia scenderle lungo il viso.
"Oh Jason, il litigio di questa mattina mi fa dolere il cuore. Mi dispiace così tanto di aver urlato contro di te. Puoi perdonarmi?"
"Dolce amore mio, la domanda è se io posso perdonare me stesso" risposi mentre delle lacrime si formavano nell'angolo degli occhi. 


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