Postato su www.suzanneliephd.blogspot.com il 14.05.2014 (traduzione mia)
Questo viaggio è stata una vacanza di "addio", perché sto dicendo addio ad una modalità di vita che mi è sembrata normale per quasi 40 anni. Per 40 anni mi sono sforzata di FARE qualcosa. E' il ADESSO di ESSERE qualcUNO. Per tutti questi anni mi sono definita per quello che ho fatto. Quindi ho "fatto" molto.
ADESSO, ho bisogno di rendermi conto che non è solo il fare ma anche l'essere. Lavorare tanto per seguire le mie indicazioni interiori è trasmutare OGNI resistenza che mi impedisce di "essere il mio SE'". Ma davanti a questa sfida, non sono sicura di come "farlo".
Sì, c'è di nuovo questa parola d'azione, il FARE della vita. Ma se la vita non fosse fare ma essere? E se la realtà dell'ascensione non fosse solo mettere fuori le informazioni, ma anche vivere quelle informazioni? Per essere giusta e gentile verso me stessa ho focalizzato l'attenzione sull'essere, ma ad essere onesta, devo ammettere che la mia attenzione si era posizionata sul fare.
Sì, è una fase della mia vita, visto che sono ora pronta a uscire da ogni definizione 3D che mi porti a FARE. Ma sono consapevole di cercare un riconoscimento per il "grande lavoro". "Lavoro duro" è stato il mio grido di battaglia, la mia chiamata al dovere. Ho lavorato in maniera ossessiva per più di 40 anni per svolgere la mia Missione. ADESSO è tempo di ESSERE la mia Missione.
Questo nuovo stato dell'essere è basato sull'unità, unità con ogni espressione del mio SE' e con TUTTI quelli che condividono non solo il mio mondo personale ma l'intero pianeta. Mi sono arrivate delle visioni vaghe di ME in una forma, non so, più calma, più dolce e soprattutto MOLTO serena.
Questo dolce stato di pace e quiete è lo stato dell'ESSERE che sta cercando di mettere radici dentro di me. Io dico "cercando" perché avverto la resistenza. Mi sento chiedere in silenzio cosa dovrei FARE per abbandonare questa resistenza. Ma la resistenza è il risultato del fare. Qualunque cosa voglia cambiare deve fare resistenza per non ricadere in ciò che si desidera cambiare.
"Arrenditi, Lasciati Andare semplicemente, SII e basta" sono le mie direttive interiori dentro questo ADESSO. Così chiedo, "Cosa devo lasciar andare? Come faccio ad "arrendermi"? E, CHI o COSA dovrei ESSERE?
Vado dentro per trovare quelle risposte, perché so che non si possono trovare nel mondo del "fare". Dentro c'è molto silenzio quando ci arrivo. Ma il silenzio è un grande sollievo dopo il continuo andare verso... verso... non ne sono sicura. Ogni cosa verso cui andavo era così importante, poi però si sposta nel passato, quando viene completata.
Guardo i miei "obiettivi raggiunti". Ma come posso ESSERE io i miei obiettivi? Come posso io ESSERE senza l'azione del FARE?
Vado di nuovo dentro per trovare le risposte...
Sento "Non puoi chiedere la risposta. Devi ricordarti la risposta,"
"Wow, grazie tante. Ho fatto così tanto nella vita e l'unica cosa che mi arriva è che devo ricordare!" dico con un po' di rabbia spinta.
Sì, di nuovo c'è rabbia. Come può una persona che fa sempre del bene avere così tanta rabbia? Anzi, come osa questa rabbia rivelare se stessa? La rabbia non è una cosa "buona" e io dovrei ESSERE una persona "buona".
Oh, ecco di nuovo la parola ESSERE. Però non vedo come io abbia lasciato andare alcunché.
"Hai lasciato che la tua rabbia avesse una voce onesta," sento dire dentro.
"Come fai a lasciar andare la rabbia se rimane nascosta dentro, dietro tutte le cose buone che FAI?"
E' molto semplice per l'ESSERE interiore che vive nelle dimensioni superiori parlare di resa e lasciar andare. Il suo mondo è sicuro.
"Il tuo mondo non lo è?"
"Sì! No! Può smettere di essere sicuro in qualsiasi momento."
"Perché dovresti voler creare un mondo non sicuro?"
"Io non lo creo, è solo che si trova tutto intorno a me."
"Quindi si trova anche DENTRO di te?" chiede la voce.
"Forse si trova intorno a me perché è DENTRO di me?" devo ammettere.
Sì, c'è di nuovo questa parola d'azione, il FARE della vita. Ma se la vita non fosse fare ma essere? E se la realtà dell'ascensione non fosse solo mettere fuori le informazioni, ma anche vivere quelle informazioni? Per essere giusta e gentile verso me stessa ho focalizzato l'attenzione sull'essere, ma ad essere onesta, devo ammettere che la mia attenzione si era posizionata sul fare.
Sì, è una fase della mia vita, visto che sono ora pronta a uscire da ogni definizione 3D che mi porti a FARE. Ma sono consapevole di cercare un riconoscimento per il "grande lavoro". "Lavoro duro" è stato il mio grido di battaglia, la mia chiamata al dovere. Ho lavorato in maniera ossessiva per più di 40 anni per svolgere la mia Missione. ADESSO è tempo di ESSERE la mia Missione.
Questo nuovo stato dell'essere è basato sull'unità, unità con ogni espressione del mio SE' e con TUTTI quelli che condividono non solo il mio mondo personale ma l'intero pianeta. Mi sono arrivate delle visioni vaghe di ME in una forma, non so, più calma, più dolce e soprattutto MOLTO serena.
Questo dolce stato di pace e quiete è lo stato dell'ESSERE che sta cercando di mettere radici dentro di me. Io dico "cercando" perché avverto la resistenza. Mi sento chiedere in silenzio cosa dovrei FARE per abbandonare questa resistenza. Ma la resistenza è il risultato del fare. Qualunque cosa voglia cambiare deve fare resistenza per non ricadere in ciò che si desidera cambiare.
"Arrenditi, Lasciati Andare semplicemente, SII e basta" sono le mie direttive interiori dentro questo ADESSO. Così chiedo, "Cosa devo lasciar andare? Come faccio ad "arrendermi"? E, CHI o COSA dovrei ESSERE?
Vado dentro per trovare quelle risposte, perché so che non si possono trovare nel mondo del "fare". Dentro c'è molto silenzio quando ci arrivo. Ma il silenzio è un grande sollievo dopo il continuo andare verso... verso... non ne sono sicura. Ogni cosa verso cui andavo era così importante, poi però si sposta nel passato, quando viene completata.
Guardo i miei "obiettivi raggiunti". Ma come posso ESSERE io i miei obiettivi? Come posso io ESSERE senza l'azione del FARE?
Vado di nuovo dentro per trovare le risposte...
Sento "Non puoi chiedere la risposta. Devi ricordarti la risposta,"
"Wow, grazie tante. Ho fatto così tanto nella vita e l'unica cosa che mi arriva è che devo ricordare!" dico con un po' di rabbia spinta.
Sì, di nuovo c'è rabbia. Come può una persona che fa sempre del bene avere così tanta rabbia? Anzi, come osa questa rabbia rivelare se stessa? La rabbia non è una cosa "buona" e io dovrei ESSERE una persona "buona".
Oh, ecco di nuovo la parola ESSERE. Però non vedo come io abbia lasciato andare alcunché.
"Hai lasciato che la tua rabbia avesse una voce onesta," sento dire dentro.
"Come fai a lasciar andare la rabbia se rimane nascosta dentro, dietro tutte le cose buone che FAI?"
E' molto semplice per l'ESSERE interiore che vive nelle dimensioni superiori parlare di resa e lasciar andare. Il suo mondo è sicuro.
"Il tuo mondo non lo è?"
"Sì! No! Può smettere di essere sicuro in qualsiasi momento."
"Perché dovresti voler creare un mondo non sicuro?"
"Io non lo creo, è solo che si trova tutto intorno a me."
"Quindi si trova anche DENTRO di te?" chiede la voce.
"Forse si trova intorno a me perché è DENTRO di me?" devo ammettere.
"Con questa affermazione tu SEI molto saggia."
"SONO saggia perché perché sto facendo qualcosa. Sto trascrivendo la nostra conversazione e devo vedere quello che penso. Quindi edito le mie risposte per non dover guardare le mie scuse."
"Non hai appena guardato le tue scuse?"
La voce mi ha incastrato. Non ho una risposta mordace. Forse perché quando scrivo per poi condividere, devo anche rileggere.
In effetti devo leggere il testo parecchie volte per editarlo, poi inserire i testi di qualcun altro. Devo passare la mia scrittura a qualcun altro che la editerà. Devo lasciar andare parte del mio processo perché non riesco a FARLO da sola.
"FARLO da sola?" chiede la voce.
Devo pensare a questa ultimissima frase perché è molto più profonda di quello che pensavo inizialmente. Sì, avevo la sensazione che lo stessi "facendo", che nella mia vita significa comunicare con una voce interiore, "da sola".
Quando condivido ciò che sento dentro, non sento di farlo da sola. Cioè da sola nel mondo esterno, mentre non mi sono mai sentita sola nel mondo interiore.
"Mai?" chiede la voce interiore che non perde una parola.
Ancora una volta devo considerare profondamente questa domanda. Da dove arriva? Perché l'ha fatta?
"Come ti sentivi pensando di 'farlo da sola'?" chiede la voce che ascolta sempre i miei pensieri.
Ovviamente provavo rabbia.
Oppure mi sentivo spaventata?
C'è differenza? dico a me stessa.
"Posso sentirti ancora, visto che SONO il tuo sé", risponde la voce interiore onnipresente.
"Sì, ovviamente," rispondo in un modo un po' arrabbiato.
"Puoi essere 'un po'' arrabbiata?" chiede la voce interiore.
Di nuovo incastrata.
Rabbia, paura, dolore e tutte le altre emozioni spiacevoli crescono solo se cerchiamo di nasconderla.
Invece l'amore, la gioia e la loro miglior amica, la creatività, diminuiscono se le nascondiamo.
"Non le puoi nascondere a me, visto che SONO te," replica amorevolmente la voce interiore. "Se non ti senti abbastanza al sicuro per ESSERE queste caratteristiche, io le terrò per te finché non sarai pronta,"
"Voglio ESSERE queste caratteristiche ORA!" affermo io.
"Allora ti aiuterò ADESSO ad ESSERE il TU che avevi dimenticato!
"SONO saggia perché perché sto facendo qualcosa. Sto trascrivendo la nostra conversazione e devo vedere quello che penso. Quindi edito le mie risposte per non dover guardare le mie scuse."
"Non hai appena guardato le tue scuse?"
La voce mi ha incastrato. Non ho una risposta mordace. Forse perché quando scrivo per poi condividere, devo anche rileggere.
In effetti devo leggere il testo parecchie volte per editarlo, poi inserire i testi di qualcun altro. Devo passare la mia scrittura a qualcun altro che la editerà. Devo lasciar andare parte del mio processo perché non riesco a FARLO da sola.
"FARLO da sola?" chiede la voce.
Devo pensare a questa ultimissima frase perché è molto più profonda di quello che pensavo inizialmente. Sì, avevo la sensazione che lo stessi "facendo", che nella mia vita significa comunicare con una voce interiore, "da sola".
Quando condivido ciò che sento dentro, non sento di farlo da sola. Cioè da sola nel mondo esterno, mentre non mi sono mai sentita sola nel mondo interiore.
"Mai?" chiede la voce interiore che non perde una parola.
Ancora una volta devo considerare profondamente questa domanda. Da dove arriva? Perché l'ha fatta?
"Come ti sentivi pensando di 'farlo da sola'?" chiede la voce che ascolta sempre i miei pensieri.
Ovviamente provavo rabbia.
Oppure mi sentivo spaventata?
C'è differenza? dico a me stessa.
"Posso sentirti ancora, visto che SONO il tuo sé", risponde la voce interiore onnipresente.
"Sì, ovviamente," rispondo in un modo un po' arrabbiato.
"Puoi essere 'un po'' arrabbiata?" chiede la voce interiore.
Di nuovo incastrata.
Rabbia, paura, dolore e tutte le altre emozioni spiacevoli crescono solo se cerchiamo di nasconderla.
Invece l'amore, la gioia e la loro miglior amica, la creatività, diminuiscono se le nascondiamo.
"Non le puoi nascondere a me, visto che SONO te," replica amorevolmente la voce interiore. "Se non ti senti abbastanza al sicuro per ESSERE queste caratteristiche, io le terrò per te finché non sarai pronta,"
"Voglio ESSERE queste caratteristiche ORA!" affermo io.
"Allora ti aiuterò ADESSO ad ESSERE il TU che avevi dimenticato!
Non devi cercare di ricordare questa espressione di TE, perché sta crescendo da sé. Non puoi forzare la fioritura di un fiore, ma puoi nutrirlo e curarlo mentre aspetti con pazienza che fiorisca da sé."
"Con pazienza?" chiedo. "Non sono mai stata troppo brava con la pazienza."
"C'è una pazienza per il fare e una pazienza diversa per l'ESSERE. Il tuo ego ha pieno controllo di tutto ciò che FAI.
"Tuttavia, per ESSERE il tuo vero SE' devi Lasciar Andare con amore il tuo ego per attendere con pazienza che il tuo SE' SIA TE nella vita quotidiana."
Ecco la cosa più difficile che io abbia mai fatto!
"Sei arrabbiata?" chiede la voce.
Devo proprio pensarci prima di poter rispondere. Il problema del parlare con il mio SE' interiore è che mento, lui lo sa.
A questo ME posso solo dire la verità. Ci sono tante versioni di me basate sull'ego a cui posso mentire e loro non se ne accorgono, invece il mio SE' se ne accorge sempre.
Riflettendo, mi rendo conto che NON è la parola "rabbia" che mi colpisce. E' la parola "pazienza" che colpisce le mie emozioni.
In effetti, mi rendo conto che lasciar andare la mia rabbia richiederà tanta pazienza. Ed anche, se mi focalizzo sulla pazienza, non avrò bisogno della rabbia, perché di solito la mia rabbia si scatena per il tanto tempo richiesto dalle cose.
"Buona analisi." Risponde la voce interiore che mi ascolta sempre.
"Ciò significa che è la mia impazienza che devo Lasciar Andare così che io possa semplicemente ESSERE?"
"Perché non ci provi e lo scopri?"
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