giovedì 10 ottobre 2013

NUOVI VISITATORI SULLA NAVE MADRE - PARTE 4 - VIAGGIO FUORI DAL TEMPO

Postato su www.suzanneliephd.blogspot.com il 09.10.2013 (traduzione mia)

 

PARLA SUZANNE:
Cari Amici Arturiani e Famiglia , sto arrivando alla fine di questa storia così piena di emozioni umane che riesco a malapena a scrivere. Ringrazio continuamente voi ed i cari Mytre e Mytria per la bellissima storia che mi avete mandato. Arrivando all'ultimo capitolo, visto che manca solo l'epilogo, sento che è come se non volessi che questa storia finisse.
So che il prossimo scritto "Vita sulla Nuova Terra" è in attesa di essere redatto, ma sento già la mancanza dell'Arturiano, di Mytre e Mytria, di Sandy e Jason, della colonia Pleiadiana e naturalmente mi mancherà la Nave Madre. Posso solo sperare che vivendo questa storia mi ricorderò pienamente la mia vita sulla Nave Madre.
Vi prego cari amici, aiutatemi a ricordare la mia (altra) vita sulla Nave Madre, ed io prometto di trovare un modo per integrare quei ricordi nella mia vita 3D. So che ancora non riesco a gestire il mio campo di energia. Ancora provo giudizio nei confronti di questa realtà e risento di molti sintoni di trasmutazione. Quando ci siamo offerti volontari per questa missione, non avevamo idea di quanto sarebbe stato difficile.
Arrivando alla conclusione di questo lungo, difficile, meraviglioso ed istruttivo ciclo evolutivo, vedo che il sentiero non finisce, ma anzi si eleva verso una frequenza più alta della realtà. La mia impazienza è stata una sfida molto grande, ma posso anche vedere come sia stata utile come incentivo ad andare avanti. Se ero così impaziente di avere la realtà di ascensione, allora era mia responsabilità fare quanto potevo per collaborare alla sua creazione.
Forse sto piangendo ciò che ancora non è finito a causa della mia impazienza, o forse dovrò piangere la perdita del vecchio per creare il nuovo totalmente. In ogni caso ricevere la vostra storia, senza veramente sapere cosa avrei scritto dopo, ha aiutato me, e spero anche altri, a comprendere cosa sta veramente accadendo nel nostro ADESSO.
Ora inizio dove abbiamo lasciato Sandy e Jason davanti alla porta della Camera del Riposo.
 
 
PARLA JASON:
In qualche modo io e Sandy leggemmo il nome, Camera di Strutturazione, sulla porta, anche se era scritto nel linguaggio della luce. Il sorriso di Sandy mi ricordò che ci trovavamo ormai molto più dentro al processo di quanto io mi permettessi di accettare. Con quel pensiero sentii l'Arturiano dire, "Questa stanza vi strutturerà per accogliere il vostro vero SE' Multidimensionale, cancellando i limiti che avete vissuto durante il soggiorno nella terza/quarta dimensione."
Questa affermazione non sorprese me e neanche Sandy, ed io stavo sentendo un profondo cambiamento dentro il nostro nucleo. Con quel pensiero seppi all'istante che dentro il nostro nucleo c'era lo stesso corpo di luce indossato dall'Arturiano quando Esso decideva di prendere una forma. Nel mio cuore sentii che sia Sandy che l'Arturiano erano concordi su questo.
Prima di entrare nella Camera, io e Sandy ci girammo e vedemmo che Mytre e Mytria si erano uniti all'Arturiano per accompagnarci verso la nostra nuova espressione del SE'. Istintivamente formammo un cerchio così stretto da formare un UNICO essere. Il potere dell'amore incondizionato stringeva il cerchio sempre di più, finché non riuscii più a distinguere alcuna differenziazione tra noi.
In quel momento la porta della Camera di Strutturazione si aprì da sola. Con un ultimo abbraccio cosmico, io e Sandy inviammo amore incondizionato e gratitudine alla nostra famiglia galattica per la guida trascendente che ci aveva dato. L'Arturiano corresse immediatamente il nostro pensiero al passato dicendo, "Noi TUTTI vi guidiamo infinitamente nell'ADESSO dell'UNO."
Come se quella frase avesse una forza sua, ci trovammo istantaneamente nella Camera della Trasmutazione con la porta chiusa alle spalle. Inizialmente la stanza era completamente buia, perciò io e Sandy ci stringemmo la mano per ricordarci che eravamo UN essere con due corpi. Con quel pensiero diventammo in realtà una sola persona, al punto che non posso più parlare di noi come "io" o "lei", visto che noi due eravamo diventati "NOI"!
Fu con quel pensiero unificato che vedemmo il primo bagliore di luce nella Camera. Istintivamente ci dirigemmo verso la luce, che sembrava muoversi mentre noi la seguivamo. Ci sembrò di seguire la luce per quello che avremmo definito come un "tempo" lungo, se fossimo stati ancora in una realtà vincolata al tempo.
Però NON eravamo in una frequenza vincolata dal tempo. Quindi il nostro cammino non avveniva attraverso lo spazio ma attraverso i ricordi. Insieme visitammo tantissime esistenze in innumerevoli realtà su moltissime Timeline, pianeti, galassie e dimensioni. Poiché eravamo liberi da qualsiasi limitazione del tempo, potevamo trovarci in molti diversi spazi contemporaneamente. La parte più confusionaria di questa esperienza è che noi NON eravamo confusi.
Noi stavamo veramente camminando attraverso il tempo e lo spazio. Osservavamo da molteplici punti di prospettiva le tante espressioni dei nostri esseri; sia uniti in un essere androgino, che anche separati in unità maschio e femmina che a volte erano insieme e altre erano sconosciuti l'uno all'altra.
Poi i mondi e le realtà iniziano a vorticare intorno e dentro di noi sempre più velocemente. Ci chiedevamo come mai non ci girasse la testa, ma pensammo che fosse così probabilmente perché noi eravamo il nucleo del vortice. Fu con quel pensiero che il vorticare finì e noi riemmergemmo in un immenso essere di luce. O la camera era molto più piccola o noi eravamo diventati molto più grandi. Eravamo più che sicuri che fosse la seconda possibilità.
Con le dimensioni più grandi, ci sentivamo come Alice nel Paese delle Meraviglie che aveva mangiato la pillola sbagliata. Però non volevamo tornare piccoli, così decidemmo di rendere la camera più grande. Con nostra sorpresa, rimanemmo sconvolti quando le dimensioni della stanza si adattarono istantaneamente ai nostri pensieri. Fu allora che ci rendemmo conto che i NOSTRI pensieri avevano cambiato le dimensioni della stanza sull'Astronave Arturiana!
Potevamo veramente avere quel potere? Fare quella domanda, o il dubbio che la precedette, ci resero immediatamente più piccoli ed iniziammo pure a separarci. "NO!" urlammo nella mente unificata, "Noi ORA lasciamo andare TUTTI i pensieri di limitazione!"
Gradualmente, come in un film al rallentatore, iniziammo ad espanderci verso la nostra dimensione più grande, ma la stanza rimase uguale. Quindi ci sentivamo diventare più grandi della stanza, di nuovo come Alice nel Paese delle Meraviglie. In effetti ci trovavamo in una specie di paese delle meraviglie, perché riuscivamo a vedere le tante stanze e zone diverse dell'Astronave di quinta dimensione. Però l'equipaggio ed i visitatori della Nave non potevano vedere noi. 
Infatti, quando qualcuno di loro ci passò attraverso, ci rendemmo conto di risuonare ad una dimensione più alta. "Ma la Nave non è di quinta dimensione?" esclamammo con una sola mente. In risposta alla nostra domanda non proferita arrivò un enorme essere di luce. Questo essere non cercò neanche di prendere una forma vagamente umanoide, come aveva fatto l'Arturiano. Se avessimo dovuto dare un nome alla forma oscillante e mutevole, avremmo dovuto dire che esso (perché non aveva genere) sembrava una fiamma vivente o un lampo di elettricità.
Con la risposta non vocalizzata dell'essere, comprendemmo istantaneamente che esso era uno di "sesta dimensione". Quando accettammo quel concetto, ci rendemmo conto che quei bellissimi lampi di vita ronzavano ovunque sulla Nave, proprio come, bè, come lampi di elettricità. Semplicemente riconoscendo quella creatura di sesta dimensione, anche noi fummo lampi di luce. Eravamo un lampo, poi due lampi, e poi più lampi di quanto potessimo contare.
Ci stavamo così divertendo che non notammo che le creature di sesta dimensione avevano cominciato a svanire dalla nostra vista. Invece noi vedemmo ciò che si poteva definire "un forum di esseri di luce". Essi non avevamo forma, tuttavia potevano cambiare in una forma vagamente umanoide o non-umanoide di altri membri dell'equipaggio dell'Astronave.
Stabilimmo che questo cambiamento di forma era il loro modo di comunicare con noi, perché essi rappresentavano l'espressione di dimensione superiore di tutti i vari membri della nave. Infatti, sentimmo il termine Superanima e in qualche modo sapevamo che cosa fosse.
Di nuovo, quando ci rendemmo conto di ciò che stavamo percependo e lo capimmo, fummo istantaneamente attirati da quell'esperienza. All'improvviso tutte le esistenze che avevamo osservato in varie Timeline, realtà, pianeti e galassie furono percepite dal punto di vista della nostra Superanima di settima dimensione. Comprendemmo anche che essendo Complementi Divini, due espressioni generate di un solo essere, avevamo la stessa Superanima in ogni realtà.
Notammo che di solito uno di noi stava nelle frequenze superiori per guidare la parte del nostro SE' che si incarnava. Solo nelle realtà vicino all'ascensione prendevamo corpi sia maschio che femmina. Potevamo correre il rischio di abbassare la nostra frequenza perché entravamo in una realtà in cui le divisioni tra le dimensioni stavano svanendo. Nelle realtà pre-ascensione, comunicare con l'UNO era molto più semplice.
Quindi comprendemmo che noi non prendevamo una forma, ma ci bilocavamo in una forma. Perciò eravamo sempre ovunque. In una realtà pre-ascensione era più facile ricordare che le regole della realtà olografica 3D erano basate sull'illusione. Ricordando che la separazione era un'illusione della terza dimensione, eravamo in grado di collegarci consapevolmente con il nostro SE' Multidimensionale.
Quindi non potevamo MAI essere separati da alcuna espressione del nostro SE' Multidimensionale, perché ci ricordavamo di essere un UNICO essere. Però se una persona di terza dimensione credeva di poter essere SOLO nei mondi superiori O nella terza dimensione, essa avrebbe creato quella realtà con quella credenza. Quindi, nella Timeline di quella vita essa avrebbe sperimentato il destino terribile di sentirsi esiliata su un pianeta ostile - DA SOLA. Per fortuna quell'esperienza durava solo quel tanto che la forma di terza dimensione rimaneva in vita o finché la persona non si risvegliava.
Con nostra sorpresa, con il solo pensiero che le nostre convinzioni erano tanto potenti da creare quel grado di solitudine, noi iniziammo a dubitare della nostra esperienza. Istantaneamente iniziammo a sprofondare nelle dimensioni inferiori dell'Astronave. Al di là del nostro controllo, cadevamo attraverso il meraviglioso mondo della sesta dimensione, fino alla frequenza di quinta dimensione della nave e giù, giù, fino ad un luogo buio che sembrava una prigione.
In un lampo, ogni esistenza in cui fummo imprigionati, intrappolati o segregati in qualsiasi tipo di prigione divenne una realtà. Tutte quelle realtà ci assalirono in un colpo solo. Sensazioni di terrore, disperazione e perdita di qualsiasi speranza arrivavano alla nostra coscienza unita e ci imploravano di separarci, in modo che almeno uno di noi potesse essere liberato. Ma chi vorrebbe rimanere qui DA SOLO, e come l'altro poteva andarsene, sapendo di aver abbandonato il proprio Complemento ad un tale grave destino?
"NO", dicemmo all'unisono. "Non ci separeremo. Noi siamo un UNICO essere ed insieme troveremo un modo per fuggire da questo Inferno."
In risposta alla nostra affermazione, un piccolo raggio di speranza iniziò ad emanare da un cella lontana. Ci eravamo separati in due esseri. Quindi rimanemmo intrecciati braccia e mente, dirigendoci verso quel piccolo raggio di speranza. La porta di quella cella era di piombo, quindi, anche se non era chiusa a chiave, dovemmo lavorare INSIEME per spingere la porta quanto bastava a sgusciarne fuori.
Con le braccia ancora intrecciate, la nostra componente femminile era a malapena scivolata attraverso l'apertura, ma la nostra espressione maschile era più grande. Quindi, potevamo solo stringerci le mani per far uscire a malapena il maschio attraverso quel piccolo spazio. Quando l'espressione maschile passò attraverso la piccola apertura, ci stringemmo così stretti da sentire di essere UNO. Fu allora che sentimmo un debole grido. 
Ci girammo e vedemmo un piccolo neonato da solo, nudo e probabilmente affamato. Insieme corremmo verso di lui e insieme raccogliemmo la piccola femmina mezza morta. La mettemmo in mezzo a noi all'altezza dei nostri cuori e le dammo tutto l'amore, la luce ed il calore che riuscivamo a generare. All'improvviso fummo liberi dalla prigione ed eravamo tornati alla Camera di Strutturazione.
L'unica cosa a cui riuscivamo a pensare era di trovare l'Arturiano per fargli guarire la neonata. Avvicinandoci all'uscita della Camera di Strutturazione, la porta si spalancò. Lentamente i nostri occhi si adattarono alla luce e noi vedemmo l'Arturiano, Mytria e Mytre davanti a noi, che sorridevano felici.
Persino l'Arturiano indossava un sorriso su quella che presumemmo essere la sua faccia. Però notammo a malapena i sorrisi, perché eravamo soprattutto concentrati sulla neonata. Tornati in un'UNICA forma androgina, alzammo la bimba verso l'Arturiano, così che potesse guarirla.
"No," disse l'Arturiano con profondo amore e compassione. "Quella bambina è vostra e voi dovete tornare per prendervene cura."
"Tornare?" chiedemmo.
"Sì," rispose l'Arturiano. "Il suo nome è Gaia."

 

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